Breve riassunto di un anniversario, anzi due

Una storia da raccontare: 80 anni di Collegio Marianum

Questo articolo si propone di raccontare una storia, prendendo avvio dalla sua fine: l’adesso è il nostro punto di partenza. E non esiste miglior modo di affrontare un nuovo cammino, che procedere tenendo conto di ciò che si è già affrontato: è necessario considerare le proprie orme, monitorare l’equipaggiamento, guardare ai compagni di viaggio e, soprattutto, tener memoria dell’origine e dell’obiettivo finale.

Seguendo fedelmente tale orientamento, il Collegio Marianum si è raccolto nel week-end dello scorso 11 novembre, per riflettere sulla miriade di percorsi che all’interno del suo spazio continuano ad intrecciarsi, costituendo lo scheletro di quella struttura che ospita, da decenni, studentesse meritevoli della nostra Università. Il Magnifico ha accolto con fervente gioia i tanti ospiti accorsi per celebrare l’ottantesimo anniversario della sua fondazione, nonché il ventesimo anno dell’associazione MEA, che raccoglie tutte le ex Marianne entusiaste e volenterose di poter contribuire alla crescita di questa realtà.

Tra i vari eventi, volti a coinvolgere ex alunne e giovani donne in una preziosa occasione di condivisione, il convegno della domenica si è posto indubbiamente come privilegiato momento di confronto diretto. L’incontro, tenutosi durante la mattina presso la neo-inaugurata Sala Gornati, ha avuto come principale oggetto di discussione l’esperienza professionale ed umana di 5 donne, ex studentesse del nostro Collegio, che hanno fatto della propria vocazione un dono da mettere a frutto per il benestare comune, della volontà un richiamo alla responsabilità. Le voci narranti appartengono a figure variegate per generazione, percorso di studi ed indole; personalità unite, al contempo, da una forte determinazione e da una certa attitudine a guardare dento e fuori di sé con spiccata sensibilità.

La più vicina a noi studentesse del Marianum di oggi, in termini di età, è Margherita Fratantonio. Classe 1990, la giovane siciliana è riuscita a conquistare l’uditorio parlando con trasporto – e con una certa emozione – delle sue recenti esperienze, che l’hanno condotta nel centro dell’Europa, per affrontare delle importanti questioni internazionali, dall’immigrazione ai diritti delle donne.

L’intervento di Margherita è stato preceduto dal contributo di Anna Panza, esperta del settore bancario, che ha ripercorso, con commozione, le varie tappe della sua crescita professionale, ponendo in rilievo la difficoltà dell’interfacciarsi con un contesto lavorativo dominato dalla presenza maschile.

La nostra storia contro tempo prosegue con Paola Ortolan, studentessa del Collegio durante gli anni ’80. Dopo aver ottenuto la laurea in Giurisprudenza, la sua tenacia l’ha portata ad intraprendere la carriera di magistrato ed assumere il ruolo di giudice, impegno che ha instancabilmente conciliato con la cura dei propri affetti familiari.

La giornalista Annarosa Macrì ha ricordato i suoi anni al Marianum, citando gli eventi del Sessantotto: germe di sconvolgimento per il proprio futuro. Il suo spirito critico, la voglia di conoscere e realizzare sono stati elementi che hanno aperto davanti alla giornalista profondi spiragli, per poter esplorare sé stessa e gli altri.

In apertura, ha esposto i suoi più cari ricordi Liliana Gadaleta, matricola nell’anno 1948. Studentessa di Filosofia, ha affrontato con vivo interesse studi di carattere storico, ricordando ai presenti in Sala il valore del passato, chiave di lettura dello spirito dell’uomo e delle sue azioni.

Con questo tono è iniziato il dibattito e con lo stesso intento procede il nostro cammino: la storia del Marianum è un cerchio infinito, portatore di valori, crocevia di esperienze e creatore di verità. L’incontro ha raccolto testimonianze di coraggio e perseveranza, che rappresentano, in circostanze mutevoli quali l’oggi, uno stimolo per le giovani studentesse. Prendere coscienza del proprio tempo, assumersi responsabilità ed agire proattivamente sono le sfide a cui siamo chiamate a rispondere.

Beatrice Spallacci

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